“Sergio? Xe dura starghe drio!”
Continuare a cavalcare l’onda della vita.
Questo è il senso che Sergio dà alla propria esistenza, dove ha trovato un appoggio di un amico sincero, col quale condividere non solo le esperienze sportive e di divertimento ma soprattutto gli ostacoli che ti propone una vita che deve continuare dopo un grave incidente.
Questo amico è Massimo Valle, 39 anni, di Monfalcone che ha perso braccio e gamba sinistra in un incidente motociclistico diversi anni fa, centrando frontalmente una macchina.
Sergio e Massimo sono compagni d’avventure sui fondali del golfo di Trieste e su quelli della costa istriana della Croazia.
Massimo condivide con Sergio tante idee, soprattutto quelle sulla disabilità.
“Io credo che la barriera psicologica dei disabili venga creata principalmente da due fattori: Il primo è la disinformazione, in televisione si parla di cose poco serie e non di quelle importanti, cui bisognerebbe far pubblicità oltre che approfondirne la conoscenza.
Il secondo sono le persone che li circondano e che li trattano troppo da invalidi quando quest’ultime invece dovrebbero sapersi arrangiare e farsi forza.
I miei amici e la mia famiglia mi hanno sempre appoggiato in tutte le mie decisioni, anche in quella di tornare in moto dopo l’incidente”.
“Pochi disabili aderiscono ad attività sportive per i motivi citati poco fa. L’essere portatore di handicap deve essere uno stimolo in più per affrontare, come ad esempio nel mio caso, lo splendido mondo subacqueo, un mondo diverso, di silenzio, di pace, un ambiente dove tutto è in armonia e dove ti puoi muovere in totale libertà. Un ambiente che si sente sulla pelle e che sulla pelle ti rimane”.
Massimo Valle ama il mare come solo uno che vi è nato in riva può fare. Ha una sorella e un fratello istruttori e ha una casa sulla costa croata, vicino a Pola, dove va spesso per godersi la limpidezza di quel mare e da dove è partito per alcune delle sue più belle escursioni sottomarine.
“Una in particolare, quella sul Baron Gauss, una nave da guerra che giace sul fondo davanti alla città di Rovigno. E’ stupendo perché si entra dentro il relitto, cosa che fra poco non si potrà più fare perché sarà nominato bene culturale dal governo croato. Come immersione è molto impegnativa perché si scende fino a 40 metri e per vederlo bene ci si ferma fino al limite della riserva d’aria”.
Una grande esperienza Massimo l’ha fatta al centro amputati di Budrio, presso Bologna, dove gli hanno innestato le protesi che gli consentono ora di svolgere una vita normale, non solo sott’acqua. “Ho una protesi mioelettrica al braccio, ciò significa che contiene dei sensori che sono sensibili alle contrazioni muscolari, mentre sulla gamba ho un ginocchio elettronico. I movimenti sono fisiologici, in pratica è come se avessi una gamba in carne e ossa, posso fare le scale, andare in bici e camminare veloce”.
A Budrio ha conosciuto Alex Zanardi, l’ex pilota di Formula 1 che ha perso entrambe le gambe in un incidente in una gara in Germania. “Tra le tante persone di grande umanità che ho conosciuto, lui mi ha colpito in maniera particolare, perché è un personaggio che da famoso vuole tornare uno sconosciuto per riprendere la vita normale in tranquillità. Me lo diceva lui quando vedeva i giornalisti venuti per intervistarlo”.